Venerdì, 23 Giugno 2023 05:59

"Il canto della sirena" e "Ulisse" che farà?  In evidenza

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L'unità dei riformisti può essere compromessa dal canto della sirena "Elly"? C’è un "Ulisse" che sembra attratto dall'isola del PD. Il commento di Luigi Angeletti, un trascorso da sindacalista e attento osservatore della politica nazionale. 

Di LGC Parma, 21 giugno 2023 - Quella che solo pochi mesi fa, mettendo insieme liberaldemocratici e riformisti, sembrava una intelligente alleanza capace di porsi in equilibrio tra i due poli principali del Parlamento (un po' come riuscì il PSI sotto la guida di Bettino Craxi), sembra essere messa oggi in discussione non solo da difficili rapporti interni. 

La ricerca spasmodica di ricreare un “campo largo”, una grande alleanza con tutte le componenti “non di destra” – al di là delle evidenti differenze di linea e di obiettivi ed anche di riferimenti europei – vede oggi il PD protendersi in corteggiamenti non più solo all’instabile Conte e al suo M5S (per coprirsi a sinistra) ma anche verso Calenda sperando di riuscire a coprirsi sull’area riformista meno sensibile al feeling con Schlein. E forse in questo corteggiamento si può ritrovare una delle cause nascoste di quella rottura tra Calenda e Renzi che a molti è apparsa priva di vere motivazioni politiche. Perché al PD va bene Calenda, van bene tutti tranne il "satanasso" Matteo Renzi, forse perché troppo autonomo e capace di tessere strategie potenti, dalla caduta di Salvini a quella di Conte e all’arrivo di Draghi, “le mosse del cavallo” come lui stesso le ha chiamate. 

Insomma, Carlo Calenda potrebbe essere indotto a traslocare, da solo, verso il PD? 

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"Si, il sentore è quello. - commenta Luigi Angeletti - I continui frizioni tra Carlo Calenda e Matteo Renzi stanno logorando una alleanza nella quale in molti hanno creduto e che avrebbe tutte le potenzialità per aggregare i riformisti che stanno a destra e a sinistra di questo "Terzo polo". Se Calenda dovesse, sbagliando a mio giudizio, avvicinarsi o addirittura rientrare nel PD provocherebbe un'esplosione di delusione da compromettere per molto tempo nuove iniziative analoghe. I riformisti, uniti in una unica coalizione, potrebbero stemperare gli estremismi e fare un buon servizio alla nazione, alla società, all’economia e al lavoro. Una rottura lederebbe la credibilità di "Azione" e ancora una volta si perderebbe una grande opportunità per dimostrare che la politica sociale è più forte delle politiche personali. C'è ancora poco tempo per ripensarci, quindi: meditate, gente, meditate!"

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